giovedì 21 novembre 2013

La felicità è fatta di tante piccole soddisfazioni.

Ho deciso di iniziare a tenere un blog quasi come una sfida personale. Per molti anni ho pensato che una delle mie più grandi passioni fosse solo appunto una passione da coltivare nei ritagli di tempo, quando lo studio e gli altri mille impegni mi avrebbero dato un attimo di tregua. 
L'anno trascorso è stato per me un periodo complicato, in cui sono stati più i momenti in cui ho dubitato di me stessa che quelli di serena soddisfazione ma come si suol dire, la vita è fatta da opportunità da cogliere.
Ho deciso di rallentare, di prendermi un po' di tempo per ricordarmi che al di fuori del mondo che mi ero costruita ci sono un mare di possibilità, di guardare tutto da un'altra prospettiva e l'idea di aprire un blog per parlare dei libri che leggevo durante i miei quotidiani lunghi viaggi in treno ammetto che è stato più per me stessa che per aspirare alla gloria e al successo. 

Mi sono data un anno di tempo, per capire se sarei riuscita a trovare il tempo, se mi sarei stancata, se a qualcuno sarebbe interessato cosa avrei avuto da dire. 
Inaspettatamente il tempo l'ho trovato, anche se con poca costanza, ci ho preso gusto  e non solo a qualcuno interessa cosa scrivo ma non mi sarei mai aspettata di avere così tante piccole grandi soddisfazioni. Ho scoperto un sacco di persone interessanti a cui stranamente quello che scrivo interessa, che mi segue e anche se ovviamente mi rendo conto che i grandi numeri sono un'altra cosa devo ringraziare tutti coloro che hanno letto ciò che ho scritto e che hanno fatto si che tutto questo mi abbia dato così tanto. 

Il mio obiettivo era continuare per un anno, semplicemente per vedere cosa sarebbe successo ed eccoci quì, un anno dopo dalla mia prima recensione a tirare le somme. 

Grazie a ognuno di voi perché questo primo "compleanno" è soprattutto merito vostro. 







"Happy Birthday to You" starring Charlie Brown and the Peanuts Band

giovedì 7 novembre 2013

Non lasciarmi // Kazuo Ishiguro

Autore: Kazuo Ishiguro
Titolo: Non lasciarmi


Genere: Romanzo
Editore: Einaudi
Traduzione: Paola Novarese
Anno: 2005
Prezzo: 12 Euro
Pagine: 291 






"Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, a da più di undici sono un'assistente. Sembra un periodo piuttosto lungo, lo so, ma a dire il vero loro vogliono che continui per altri otto mesi, fino alla fine di dicembre. A quel punto saranno trascorsi quasi esattamente dodici anni. Adesso mi rendo conto che il fatto che io sia rimasta per tutto questo tempo non significa necessariamente che loro abbiano grande stima di me. Ci sono ottime assistenti a cui è stato chiesto di abbandonare dopo appena due o tre anni. E poi me ne viene in mente almeno una che ha operato per oltre quattordici, malgrado fosse un'assoluta nullità. Quindi non ho nessuna intenzione di darmi delle arie."

Avete presente quei libri in cui si capisce tutto dall'incipit e che si fanno leggere per il puro piacere di leggere? Ecco, non è uno di questi.
Nonostante la pubblicazione sia abbastanza recente i temi sono di quelli già triti e ritriti, ma non mi era mai capitato di leggere qualcosa sul tema che fosse scritto in modo così soggettivo e toccante.
Kathy, Tommy e Ruth sono tre compagni del collegio di Hailsham, un istituto che si trova nella campagna inglese ma totalmente slegato dal resto del mondo.
La protagonista e voce narrante è Kathy che cresce fin dalla più tenera età in questo luogo che ha il compito di educare i ragazzi prediligendo lo sfoggio della capacità individuale dei giovani studenti, in particolare attraverso delle sorta di aste in cui  devono produrre poesie, disegni, sculture ed altri oggetti legati alla sfera sentimentale. L'aspirazione più grande per uno studente di Hailsham è che uno dei propri lavori venga scelto per la galleria di Madame, una misteriosa donna che sembra essere la direttrice dell'istituto ma che non sembra voler avere contatti diretti con gli alunni.
Ma cosa se ne fa Madame di questi lavori? Questo è uno dei grandi interrogativi che si pongono i protagonisti man mano che crescendo capiscono che la rigida struttura organizzativa di Hailsham non potrà proteggerli per sempre, così come non lo potranno fare i tutori. 
Crescendo quello che sembra un semplice istituto per orfani (nessuno dice che i ragazzi sono orfani, sia ben chiaro) inizia a svelare la sua ambiguità. Prima con frasi celate in altri discorsi dai tutori, poi quando una di essi decide di aprire il "vaso di Pandora" e rivelare la sola e pura verità su Hailsham e sui ragazzi. 
La vita di Kathy e degli altri due amici in realtà non ne sarà poi così sconvolta e non li porterà neppure ad una rassegnata o disperata consapevolezza ma procederà sui soliti binari, se non per alcuni episodi in cui è più la speranza di poter comunque scegliere che quella di rifiutare la realtà. 
Questo però vale solo per i protagonisti perché per il lettore cambierà tutto.

Questo colpo di scena appare dopo molte pagine. Vi confesso che sono andata avanti con la lettura abbastanza scettica ma una volta che viene data la chiave di lettura l'intera vicenda è come un pugno nello stomaco. 
La maggior parte di noi ha letto Frankenstein e ha visto The Island e sicuramente il dibattito sul legame etica - scienza è stato sviscerato (anche quotidianamente ma in differenti termini e contesto) ma credo che ciò che l'autore ha fatto egregiamente sia stato dare un'anima alla vicenda e svelare inequivocabilmente che nulla non può che essere frutto di un compromesso, in questo caso l'apice del detto "occhio non vede, cuore non duole". 
Sicuramente il libro è scritto benissimo e tradotto altrettanto bene ma non ho ancora capito se mi è piaciuto, quello di cui sono sicura è che sicuramente non si tratta di quei libri che leggi e poi dimentichi.
Credo che pochi libri mi abbiano colpito così tanto, per come è scritto ma soprattutto per la forza della combinazione di tema e scrittura: leggendo tutto diventa vivo e tangibile.
Tutto sembra coperto da un fumo grigiastro, tutto sembra essere triste, ma non di quella tristezza che sai che passerà. E' come una lunga e interminabile giornata di pioggia. 

Ah, ne hanno fatto anche un film omonimo ma che non penso di vedere soprattutto perché non sopporto come recita Keira Knightley ma mi hanno detto che seppure non eguagli il libro anche il film merita!






Judy Bridgewater // Nevere Let Me Go