venerdì 11 gennaio 2013

Il buio oltre la siepe // Harper Lee



Tirolo originale : To Kill a Mockingbird

Autore: Harper Lee 


Genere: Romanzo

Editore: Feltrinelli 

Anno: 1960

Prezzo: 8 Euro 

Pagine: 290







La vita della piccola Scout procede tranquilla nella piccola cittadina dell'Alabama negli anni '30 in cui vive con il fratello maggiore Jem il padre avvocato Atticus e la domestica afroamericana Calpurnia; quando però il padre decide di accettare l'incarico di difendere un "negro" accusato di violenza su una bianca la bambina si scontra con l'ottusità e l'ignoranza dei concittadini, i cui pregiudizi sono così accecanti da impedire loro l'evidenza dei fatti. 
Il romanzo, con cui l'autrice ha vinto premio Pulitzer (meritatissimo) nel 1960 non è solo un libro sul razzismo e sui pregiudizi (sebbene siano trascorsi ottant'anni dai fatti narrati nel romanzo, sembra siano ancora vivi e vegeti), è, a mio parere, soprattutto una lezione di onestà: onestà intellettuale, saggezza ed equilibrio nelle proprie idee e principi e, ancor più rara di questi, l'agire seguendo alla lettera proprio questi principi, senza la minima ipocrisia. 
Leggendo il libro ho istintivamente pensato che se tutti fossero come Atticus ed educassero i propri figli secondo gli stessi onesti e sani principi il mondo sarebbe radicalmente diverso. 

[..]"Scout, io non potrei andare in chiesa a pregare Dio se non tentassi di pregare quell'uomo."
"Atticus, forse tu ti sbagli.."
"Come sarebbe a dire?"
"Tutta la gente pensa di aver ragione e che tu abbia torto..."
"Hanno il diritto di pensarlo e hanno il diritto di far rispettare la loro opinione", disse Atticus, " ma prima di vivere con gli altri bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza" 
(Conversazione tra Atticus e Scout, p. 112)  

Ciò che rende questo libro assolutamente perfetto è la narrazione scorrevole e incalzante fatta attraverso gli occhi della combattiva Scout, che, attraverso la saggezza dei suoi nove anni, non sembra mai troppo piccola per affrontare quello che la vita e la società ha da offrirle, attraverso cui possiamo imparare moltissimo.
Già dalle pagine iniziali sono stata travolta, senza poter smettere di "divorarlo"; il senso della assurda ingiustizia che domina la maggior parte del racconto non può che smuovere la coscienza del lettore e farlo sentire impotente.
Il mio giudizio per questo libro non solo è immensamente positivo ma posso dire senza ombra di dubbio che fa parte di quei libri che ognuno dovrebbe aver letto almeno una volta nella vita. 

Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. (Atticus, p.119)





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